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Perchè il 15 giugno dovremmo andare tutti all’Irpinia Pride?

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Il 15 giugno prossimo ad Avellino si terrà l’Irpinia Pride che, organizzato dall’associazione Apple Pie Arcigay Avellino e patrocinato da molti comuni della provincia, attraverserà le strade della città.

Nell’avvicinarsi dei vari Pride, che per fortuna aumentano ogni anno, ci imbattiamo nei soliti commenti (soprattutto sui social, padroni della nostra vita oramai) omofobi e irrispettosi con i quali una fetta della popolazione italiana manifesta il proprio scontento per una “carnevalata” (così viene indicata spesso la parata) che sfugge del tutto alla sua comprensione (verrebbe da dire ai suoi stereotipi). Sotto il post con il quale il mio comune (Montella) comunicava il patrocinio conferito all’Irpinia Pride un cittadino non ha esitato a scrivere “fate pietà” e i commenti cattivi ed ingiustificati non sono mancati nemmeno quando Big Mama ha annunciato di essere la madrina dell’evento.

Questo clima di superficialità, di odio e di razzismo ci convince ancora di più del fatto che tutti dobbiamo partecipare all’Irpinia Pride il 15 giugno!Sarà quella, infatti, l’occasione di fronteggiare l’odio con un’ondata di amore ed empatia, ma anche di fornire qualche informazione in più sulla condizione della comunità Lgbtq+ in Italia e nel mondo. Nel corso della sfilata, infatti, non mancheranno i momenti di approfondimento e di testimonianza. Non mancherà, poi, la piena libertà di manifestarsi per quello che ci si sente di essere, perché in uno stato democratico, in una comunità inclusiva e moderna, nessuno deve temere di essere se stesso.

In questo preciso momento storico in varie parti del mondo sono messi in discussione valori portanti della civiltà moderna. Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Svezia, Spagna, Cipro, Malta e Grecia (non l’Italia) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta che denuncia il divieto della marcia del Pride di Budapest, sostenendo che viola il diritto dell’Ue. La polizia ungherese, in particolate, ha formalmente vietato l’organizzazione a Budapest del Pride, qualificandola una manifestazione “che rappresenta o promuove l’omosessualità ai minori di 18 anni“. Come se una questione così intima e personale possa essere “propagandata”!

Ci sono ancora nazioni al mondo in cui è un reato essere gay. Si tratta di 60 dei 193 Paesi delle Nazioni Unite, che per legge considerano un crimine avere rapporti omosessuali consensuali. Per fortuna ci sono paesi in cui, al contrario, è ad esempio legalmente riconosciuto il matrimonio tra persone dello stesso sesso, come in Francia, Regno Unito e Spagna, è invece riconosciuto in Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Portogallo e Svezia. Indovinate un po’, l’Italia non c’è!

Ritornando a noi, il 15 giugno dovremmo tutti sentire il bisogno di scendere in piazza per far sentire il sostegno ai nostri figli, fratelli, sorelle, madri, padri, cugini, amici che nel 2025 non possono subire discriminazioni legate al loro personalissimo orientamento sessuale e dovremmo, altresì, far sentire la nostra voce rispetto alla tutela di diritti civili fondamentali che rappresentano un baluardo di emancipazione e libertà per ogni popolo e rispetto ai quali nessun passo indietro è ammissibile!

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