Quel monito di Caselli ancora valido per i ragazzi del Convitto – “Non rinunciate mai – vi prego- ad essere liberi perche’ non vi auguro di vivere quel senso di asfissia che bloccò Calamandrei per 20 anni della sua vita, negli anni del Fascismo. Avete il diritto – dovere di partecipare alla politica”. Fu questo il forte monito augurale che Gian Carlo Caselli rivolse a dirigenti, docenti ed alunni quando fu ospite del Convitto Nazionale “Pietro Colletta” Avellino in occasione del Convegno ANIES nel cui direttivo oggi opera lo stesso Attilio Lieto, attuale rettore Dirigente del glorioso istituto irpino. Caselli chiari’: “La Costituzione? Una macchina ben predisposta che ha solo bisogno dell’ impegno e del senso di responsabilità dei giovani come combustibile.”
“Nel vostro quotidiano impegno a scuola – precisò il magistrato – poggia già le sue radici il vostro futuro, in cui siete chiamati ad essere protagonisti, lontani da ogni forma di indifferenza e, come disse Calamandrei, in ogni articolo della Costituzione dovete vedere il sangue e le lacrime dei tanti giovani che hanno lottato per essa”.
Caselli si pose come autentico paladino della Costituzione, mirabile documento di sintesi ad opera di 556 uomini diversissimi ma egualmente liberi che seppero lasciare ai posteri principi sempre validi, entro limiti opportuni perché non si pervenga mai a quella che de Toqueville chiamava “tirannide della maggioranza”. Non si sottrasse alle domande dei ragazzi in merito alla sua attività antimafia ed avverti’ : ”Attenti che quella che Sciascia chiamava ‘linea della palma’, come ideale condizione ambientale per il proliferare della malavita sta salendo anche a Nord per cui dobbiamo essere coscienti che non e’ facile estirpare un male che cova da tempo nei latifondi gia’ controllati dai gabellieri“.
Il magistrato prese poi nettamente le distanze da ogni forma di negazionismo del fenomeno mafioso, ricordando che, purtroppo, solo nel 1982, con il 416 bis la parola ”mafia” entra nel codice penale, sull’onda emotiva del delitto Dalla Chiesa. ”In Italia da troppo tempo arriviamo a risolvere i problemi il giorno dopo tragedie evitabili.Bisogna stare attenti – ammoni’ Caselli – a quella zona grigia fatta di legami osceni, etimologicamente fuori dalla scena perché nascosti e immondi tra il malaffare ed attori importanti della finanza, della politica e persino della cultura”.
L’esperienza di Caselli come uomo esperto di comunicazione che defini’ le parole di tanti politici come ”macigni” di cui diffidare ma anche nella sicurezza con cui denuncia una delle fake news per eccellenza, ossia l’idea che la mafia dà lavoro. ”Se è vero – chioso’ il magistrato – che l’ economia non è ” farina per ostie” e’ indiscutibile che ogni forma di monopolio e’ un male, se non si volge al vantaggio collettivo”. Caselli chiuse il suo intervento ricordando il sacrificio di Peppino Impastato che, con la sua Radio Aut, non ebbe paura di denunciare persino il padre ed efferati clan, in un programma dal titolo ” Onda pazza” che diventa onda emotiva di amore per i nostri ragazzi.
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