Viviana Miele , in arte “vivintour” é una cantante originaria di Lioni (Av).
Viviana, cantante di Lioni, ha deciso di raccontarci la sua storia d’amore con la musica ed il teatro
“Tutto ha avuto inizio quando ero piccola. Sono nata nel post terremoto, periodo storico molto complesso per l’Irpinia. Ho vissuto con la mia famiglia in un prefabbricato nel mio paese natale, Lioni. Le possibilità non erano molte in quegli anni. Ho iniziato ad appassionarmi alla musica grazie a mio padre che mi ha iniziata all’ascolto di Pino Daniele, Mina, Battisti. In casa o dal sedile centrale posteriore dell’auto che ci conduceva in viaggio, cantavo, prima timidamente poi con maggiore sicurezza spronata da papà, le canzoni di grandi artisti italiani. Insomma ho ereditato l’amore per la musica da mio padre. Il primo CD regalatomi da mio padre è stato quello di Whitney Huston che adoravo cantare a squarciagola. Ho fatto anche parte delle corali di Lioni assieme alle mie coetanee e amiche d’infanzia. Poi ho cominciato a fare teatro a scuola. Musica e teatro sono sempre andati di pari passo e mi hanno aiutata nel mio percorso di crescita.
Il momento di svolta è avvenuto al liceo, quando ho partecipato ad un laboratorio sul dramma antico. Il teatro era un potente mezzo di espressione delle emozioni. Ho scoperto la forte connessione con la voce, cosa che mi ha portata a lavorare sull’espressività. Dopo la maturità classica ho intrapreso la mia strada nell’arte iscrivendomi al DAMS di Bologna. Nella città dotta ho potuto svolgere diversi laboratori di drammaturgia, recitazione e regia. Così è venuta in superficie la voglia di stare in scena e di trasformare la passione in un vero e proprio lavoro.
La mia carriera è iniziata in Francia. L’esperienza Erasmus nella città di Avignone è stata un trampolino di lancio verso l’estero e mi ha spinta a tornare in Francia, a Parigi, per il mio progetto di tesi specialistica. Lí sono rimasta per diversi anni, ben cinque, e ho lavorato per diverse compagnie teatrali, in particolare “La Passerelle du Levant” discendente dal Théâtre su Soleil. Lo stato francese mi riconosceva a tutti gli effetti come una “artiste dramatique”.
A Parigi, inoltre, ho avuto la possibilità di frequentare la scuola di musica ATLA nel quartiere di Montmartre. Ho così coronato un piccolo sogno rimasto nel cassetto: quello di studiare canto. Le lezioni individuali o in piccolo gruppo mi hanno permesso di essere ben seguita dai docenti. Ogni musicista ha bisogno di trovare la propria musicalità. Così ho iniziato a scrivere le mie prime canzoni.
Gli anni a Parigi sono stati molto significativi ma cominciavo a sentire la mancanza della mia famiglia. Quindi ho deciso di tornare in Italia. All’inizio non è stato semplice riabituarmi ai nostri territori. Ho continuato a viaggiare, ma rimanendo ancorata alla terra, con l’obiettivo di trovare la mia musicalità.
L’Irpinia è stata per me una voce di richiamo. È stata anche un’opportunità di riconciliazione con me stessa e con la natura, così immensa, così straordinariamente affascinante tanto da risultare talvolta indomabile. La natura ci sovrasta, ti costringe a fare i conti con te stesso. La città offre tanto in termini di stimoli, frequentazioni, diversità di punti di vista, invece la natura ti costringe a riconnetterti con te stesso.
L’Irpinia è stata il mio mantra, musa ispiratrice dei miei testi.
I brani prodotti sinora sono su tutte le piattaforme digitali, il che per me è già un bellissimo traguardo. Le mie canzoni sono fortemente collegate agli elementi naturali. Do una veste musicale ai testi, poi collaboro con il mio arrangiatore, per approdare alla fase di registrazione, missaggio e mastering. In questi ultimi anni in Irpinia è nato il progetto “I’M WATER”, per il quale ho ricevuto il Premio della Critica al Premio Mia Martini 2024 con il brano “Come acqua danzante” dedicato al maestro Franco Dragone.
I miei progetti futuri si basano sull’esplorazione anche degli altri elementi. In fase di produzione il brano “neve é”, che ha origine da una mia esperienza risalente a qualche anno fa. Durante un’attività di trekking sono precipitata sul versante di una montagna innevata. In quell’istante per me il tempo si è fermato. L’incidente mi ha riportata indietro nel tempo, ad un evento accaduto diversi anni prima a mio zio Nunziante, tragicamente e inaspettatamente scomparso sulla vetta del Vulcano Villaricca in Cile. Ho vissuto attimi di terrore ma questa esperienza è stata per me un segno di rinascita.
Attualmente sono impegnata in un Dottorato Nazionale sulle Digital Humanities, cosa che mi terrà occupata per i prossimi anni. Devo dire che l’attività di ricerca mi sta appassionando molto. In ambito musicale i miei prossimi brani si baseranno sull’esplorazione degli altri elementi: terra, aria, fuoco e spazio/etere.”
Cosa vorresti creare in Irpinia?
“Investo già tanto nell’autoproduzione. Presso il mio spazio creativo ” Irpinian Art Gallery” ho ospitato mostre, prove, performance e jam session. Il mio desiderio è quello di condividere momenti ed esperienze. Credo ci siano molte persone che restano chiuse in se stesse per paura di fallire ma che avrebbero tanto da offrire a se stessi e al mondo.”
Cosa diresti ai giovani?
“Quando si ha una passione è importante coltivarla. L’Irpinia non è paragonabile a metropoli come Parigi, Londra, New York e non offre le stesse opportunità, ma è comunque possibile coltivare i propri interessi contribuendo così anche allo sviluppo del territorio. Ai giovani consiglio di fare le proprie esperienze, anche lontano da qui, ma di non abbandonare mai la propria terra d’origine, le proprie radici.”- conclude la cantante originaria di Lioni.
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