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Intervista a Sabino Morano (Lega – Cirielli Presidente): “Il futuro dell’Irpinia nasce dal coraggio di cambiare”

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Avellino, 24 ottobre 2025 – La nostra intervista al candidato Sabino Morano lista Lega – Cirielli Presidente, schieramento centrodestra.

Con una militanza trentennale all’insegna della coerenza e della passione, Sabino Morano inaugura la sua campagna elettorale per il Consiglio regionale della Campania. Da sempre punto di riferimento della Destra irpina, rivendica un impegno politico mai piegato a logiche opportunistiche. Il suo obiettivo: restituire voce e dignità all’Irpinia, chiamando i cittadini al cambiamento il 23 e 24 novembre.

Guardando alla sua esperienza nel mondo dell’associazionismo (cooperative, cultura, territorio) — come quella con Unione Italiana Cooperative in Campania — quale lezione ha tratto che oggi applica alla politica?

Sono convinto che il coinvolgimento e la cooperazione debbano essere l’architrave dell’agire politico. Avvicinare le persone sui temi attraverso l’associazionismo serve a costruire quell’edificio pre-politico che spesso manca alla politica di oggi. Bisogna invitare le persone a “partecipare” alla formazione del pensiero bisogna costruire una nuova classe dirigente ed a questo scopo la via del mondo associativo è quella giusta.

La mia azione politica si è da sempre ispirata al concetto della partecipazione.

In che modo la sua esperienza giovanile nei movimenti studenteschi in Irpinia (metà degli anni ’90) ha formato il suo modo di intendere la politica di oggi?

La mia militanza giovanile è stata un formazione fondamentale. I movimenti studenteschi sono stati una palestra fondamentale per l’ultima generazione politica del novecento. Non a caso anche l’attuale presidente del consiglio ha mosso i sui primi passi in quel contesto.

Qual è un errore politico o gestionale che ha osservato nei partiti o nelle istituzioni locali della provincia di Avellino e che oggi si impegna a non replicare?

L’aver abbandonato la politica inseguendo il mito della “buona amministrazione” (concetto in genere abbastanza autoreferenziale) tutto si riduce da un civismo di maniera che annichilisce il dibattito. Il risultato a lungo andare è stato l’irrilevanza politica dei nostri territori.

La provincia di Avellino/Irpinia spesso lamenta marginalizzazione nella Regione. Qual è la proposta concreta che lei porta per invertire questo trend?

L’Irpinia deve tornare ad avere un ruolo centrale nella Regione Campania per questo è necessario, come dicevo prima un ritorno alla Politica, dobbiamo costruire una nuova classe politica irpina capace di “contare” nel dibattito politico regionale e nazionale. Oggi non c’è nulla, solo sindaci che il mondo finisca negli enti sovracomunali e consiglieri regionali che hanno come massima aspirazione di un posto in prima fila a Napoli per applaudire il Governatore di turno.

Il mondo del lavoro autonomo, delle piccole imprese, delle cooperative ha vissuto momenti di difficoltà nel territorio. Quale misura politica – in termini fiscali o normativi – ritiene prioritaria per sostenerli?

Innanzitutto lotta senza quartiere alla burocrazia. Le istituzioni devono essere amiche dei lavoratori autonomi. Una forma di discriminazione fiscale positiva per le aree interne e potenziamento delle infrastrutture. Buoni collegamenti aiutano più di ogni altra cosa l’economia specie in una provincia estesa come la nostra.

La comunicazione politica oggi ha molte forme: diretta, social, partecipativa. Crede che la sua generazione sappia cogliere le esigenze emergenti o sia necessario un cambio di stile?

La mia è una generazione “di mezzo” certamente bisogna rapportarsi ad un mondo completamente diverso rispetto a quello in cui siamo nati. Ma più che riguardo alla comunicazione io credo che sia un problema di temi. A tal proposito l’anno scorso è uscito un libro scritto da me e dal professore Sergio Barile che affronta proprio il tema del ruolo della politica rispetto all’innovazione tecnologica.

In che misura è d’accordo con l’idea che la “macroregione del Sud” (o una maggiore autonomia territoriale) possa essere una carta strategica per la Campania, e quali rischi vede?

Sono stato uno trai fondatori del comitato promotore per la macroregione autonoma del Sud. L’attuale Regionalismo rappresenta uno spezzettamento burocratico irrazionale che ha prodotto dannosi ed invalidanti potentati locali. Una regia unica di una macroarea capace di rappresentare un pezzo importante d’Europa sarebbe il viatico per una vera politica di sviluppo di un’ area dalle enormi potenzialità che può assurgere ad ruolo economico baricentrico nel bacino del Mediterraneo.

Se ipotizziamo l’elezione e l’ingresso in consiglio regionale – quale sarà il suo primo atto simbolico che comunicherà “ho cambiato rotta”?

Più che di atti simbolici ritengo che l’Irpinia abbia bisogno di una seria programmazione. Farò appello alle migliori energie intellettuali della nostra terra per dare vita ad un osservatorio permanente che possa studiare le problematiche ed elaborare soluzioni.

Ci sono generazioni – i giovani – che “scappano” perché non vedono opportunità. Cosa direbbe loro dal profondo del suo percorso politico e personale?

L’Irpinia è sempre stata una Terra d’emigrazione ma l’emigrazione di oggi è profondamente diversa da quella del passato. Un tempo emigrava la parte più povera della popolazione, pertica per cercare fortuna all’estero ed al nord Italia nella speranza di costruire un futuro solido per sé e per i propri figli per poi ritornare un giorno al proprio amato paese. Con le rimesse degli emigranti ci abbiamo costruito un’economia. Oggi andare via sono i figli della parte più facoltosa della società, ragazzi che dopo il diploma scelgono di andare a studiare nelle grandi città per poi restarci per lavorare. Molto spesso questa scelta si rivela addirittura antieconomica perché il costo della vita delle grandi città non consente ad un giovane di mantenersi da solo col proprio lavoro costringendo le famiglie a sostenere i propri figli a distanza. Si genera quindi un meccanismo che sottrae ulteriori risorse al mezzogiorno. Al tempo dello smart working e delle economie virtuali emigrare sarà sempre meno una “necessità” ma una scelta. Fare rivivere le nostre comunità creando un forte spirito identitario ed opportunità per attrarre giovani è la strada per combattere lo spopolamento. A tale scopo l’Irpinia deve puntare alla nascita di grandi poli formativi magari legati proprio all’innovazione tecnologica. Rendere la nostra provincia l’avanguardiadella della ricerca nel campo delle nuove tecnologie informatiche partendo dal know how delle eccellenze nel campo che
esistono sul territorio. Abbiamo alcuni tra i pionieri del ramo, sosteniamoli, creiamo loro un’infrastruttura per crescere e per costruire intorno alla loro esperienza un grande polo
formativo.

Quanto conta, nel suo contesto territoriale, appoggio e consenso locale, rispetto alle logiche nazionali del partito? E come bilancia le due dimensioni?

In tutte le elezioni in cui si vota esprimendo le “preferenze” la struttura locale assume un ruolo decisivo è però altrettanto importante essere il terminale territoriale di un mondo più vasto che a livello nazionale può creare opportunità ed interlocuzioni.

Nel panorama della politica regionale campana, ritiene che ci sia una prevalenza di “immagine” o “contenuto” nelle campagne elettorali? Come intende distinguersi?

La mia storia metapolitica parla per me, sono abituato a mettere i contenuti al centro del ragionamento, lo studio ed il carattere pre-politico sono tratti peculiarità del mio agire

Se dovesse scegliere una “fotografia ideale” che descrive la Campania che vuole contribuire a costruire, come sarebbe quella?

Sarebbe la fotografia di una Campania delle eccellenze. Dalla ricerca alle infrastrutture logistiche, dal turismo all’enogastronomia, una Campania di cultura, tradizioni ma allo stesso tempo di innovazione ed avanguardia.

Quando sente l’affermazione “tanto non cambia mai niente”, quali argomenti porta per convincere che stavolta può davvero cambiare qualcosa?

Da quando esiste l’essere umano esiste questa affermazione e nulla è mai stato più falso. La Storia è il frutto di continui cambiamenti poi si può scegliere di essere attori della Storia o comparse sullo sfondo gli amanti di questa affermazione hanno la vocazione della comparsa.

Perché ha scelto di sostenere la lista di Cirielli Presidente e se fosse eletto, il giorno dopo l’insediamento, quale sarà il suo primo passo operativo? Perché proprio quello?

La mia trentennale storia politica mi ha visto sempre dalla stessa parte, sempre a Destra. Sostenere Edmondo che conosco da sempre era per me quindi la scelta naturale. Credo che la primissima cosa da fare sia mettere mano alla situazione indecente dei pronto soccorso. Il pronto soccorso di Avellino sembra l’ospedale da campo di un Paese in guerra è una condizione inaccettabile.

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C’è una persona, anche fuori dalla politica, che le ha insegnato o / ha trovato ispirazione su cosa significa davvero “servire una comunità”?

Ho visto tanti politici servire la propria comunità, spesso chi lo fa meglio lo fa in silenzio lontano dai riflettori studiando e promuovendo interventi normativi che cambiano la storia delle proprie realtà sociali.

continua su Avellino zon Sanità campana al collasso, Cirielli: “Nei primi 100 giorni svolta con Garante indipendente e trasparenza sui dati”

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Marika Cifiello
Marika Cifiellohttp://www.avellinozon.it
Sono Marika Cifiello nata ad Avellino. Giornalista pubblicista, iscritta all'Ordine della Campania,attualmente Caporedattrice per la testata online Avellino Zon e collaboro a richiesta con altre testate presenti sul territorio. Da sempre interessata alla lettura e alla psicologia, sempre attiva ed impegnata nel sociale, volontaria negli anni in varie associazioni, Fare Verde per l'ambiente, Centro Autismo dove seguivo dei ragazzi della provincia avellinese. La passione per il giornalismo d'inchiesta mi ha spinto verso le prime esperienze in una emittente televisiva locale, poi in varie testate giornalistiche locali. Istintivamente attratta dalle notizie di stretta attualità, coniugo la capacità di reperire notizie in prima persona ad una naturale predisposizione e sensibilità che, negli anni, mi ha permesso di vivere attivamente alcuni dei fatti più eclatanti rimasti impressi nel territorio irpino.
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