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Avellino, Landini ha ristabilito l’importanza di un sindacato in generale

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Oggi all’Hotel De La Ville di Avellino il segretario Nazionale della Cgil Maurizio Landini ha lanciato la campagna referendaria e lo ha fatto mostrando come si è arrivati a questa decisione r che non ha in sé solo il simbolo del sindacato, ma anche quello di tante associazioni.

Ad Avellino Landini ha spiegato con chiarezza il senso di questo referendum, forse non capito da chi governa ed ha governato fino ad adesso. Ha ristabilito l’importanza di un sindacato e di quello per cui nacque tanti anni fa.

Landini ha innanzitutto dimostrato che i temi vanno discussi in maniera chiara, lo ha fatto parlando ad una platea di parte, certo, ma anche riconoscendo una voglia del sindacato che ha 5 milioni di iscritti. E proprio a loro si rivolge il numero uno della Cgil: “Se già noi facciamo la nostra su questi 5 temi fondamentali e richiamando anche chi non va a votare che sono poi la maggioranza. Perché ora governa la minoranza del paese”.

Il problema sarà il quorum fissato a 25 milioni di voti. Una sfida che da Avellino parte “perché se non ci crediamo noi, non ci si arriva al risultato”.

Non è stata solo una richiesta di voto, anche perché da Avellino si è lanciato anche il messaggio che “il giorno dopo raggiunto il famigerato quorum qualcosa cambierà”. A partire dalla tutela dei lavoratori delle piccole imprese con meno di 16 dipendenti, la maggior parte delle aziende italiane. Ma anche la riduzione della precarietà, presente in questo referendum.

E si ritorna al tema della Cittadinanza italiana: dove “il giorno dopo chi ha i requisiti è riconosciuto un cittadino italiano, perché gli spetta”. È arrivato il momento, dichiara Maurizio Landini.

“È evidente che c’è bisogno di un cambiamento, in questo paese abbiamo bisogno di investimenti, alla luce anche di quello che sta succedendo, noi  abbiamo bisogno di investire per creare lavoro. Dobbiamo investire sullo stato sociale. Abbiamo bisogno di muoverci in questa direzione ed il referendum ha questi obiettivi. Il giorno dopo, raggiungendo il quorum, chi non ha più la tutela dell’articolo 18 torna ad averla. Vuol dire che ci saranno tutele per tutti”.

“Il referendum non è contro questo o quello partito, ma dice che bisogna cambiare le cose sbagliate che tutti hanno fatto in questi 15-20 anni e soprattutto chi va a votare decide e non deve delegare, ma decide”.

“Si mette al centro il lavoro e la persona non il profitto”.

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Giovanni Nigro
Giovanni Nigrohttp://www.jonnyqcomunicazione.it
Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Avellino Zon, Ceo della Jonny Q Comunicazione, Dj, Speaker Radiofonico
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