Appena entrato in vigore, il Registro Elettronico Nazionale di Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) si trova già di fronte ad un cambiamento dell’ultimo minuto.
Nato dalle ceneri del SISTRI, il RENTRI è il nuovo strumento del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per il tracciamento dei rifiuti. Prevede finalmente la tanto ambita digitalizzazione dei documenti relativi alla movimentazione e al trasporto di tutti i tipi di rifiuti.

Ma il 13 febbraio, giorno previsto per l’avvio del sistema, il Senato ha prontamente prorogato l’iscrizione obbligatoria. Approvando, di fatto, un emendamento al Milleproroghe che concede 60 giorni aggiuntivi per l’iscrizione. La decisione ha ovviamente generato confusione tra produttori, trasportatori e imprese, che in alcuni casi continuano ad utilizzare ancora i documenti tradizionali. Almeno fino alla scadenza del rinvio, fissata per il 14 aprile 2025. La complessità del caso nasce dal fatto che questo rinvio non è immediatamente effettivo. Sarà infatti formalizzato solo con un decreto ministeriale previsto per il 25 febbraio, creando una sorta di vuoto normativo di difficile interpretazione. Cresce quindi l’incertezza, e cresce contemporaneamente la richiesta di un periodo transitorio in cui eventuali irregolarità non vengano sanzionate.


Secondo Confindustria, sono oltre 180.000 le imprese che hanno già completato correttamente l’iscrizione al RENTRI e che hanno investito tempo, formazione e risorse per adeguarsi alle scadenze previste. Intanto, la Segreteria del Comitato Nazionale Albo Gestori Ambientali, sta aggiornando il Vademecum a supporto delle imprese, scaricabile in pdf. “Una guida di agile consultazione agli strumenti online messi a disposizione dei soggetti obbligati all’iscrizione al RENTRI“.

Questa guida promette una panoramica completa sul nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti, approfondendo gli obblighi e specificando modalità e tempistiche di iscrizione. Una sezione approfondisce l’interoperabilità con i vari software gestionali e l’automazione dei processi. Ma la sezione più importante è sicuramente quella che esplora le nuove modalità di utilizzo del Formulario di Identificazione dei Rifiuti e dei registri di carico e scarico, da sempre spada di Damocle di ogni gestore ambientale.
Il RENTRI sembra voler seguire, quindi, le orme del suo predecessore. Partendo tra ritardi e difficoltà operative che rischiano di complicare la già complessa macchina della gestione rifiuti.
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