TUTTI VOGLIONO FARE IL SINDACO di Toro Magazine avellinese
Chi si aspettava il disincanto generale da parte degli avellinesi, un loro più pronunciato senso di distacco, dopo le recenti vicende giudiziarie culminate con l’arresto ai domiciliari del sindaco uscente, indagato insieme ad un consigliere di maggioranza e a suo fratello, nonché ad una dirigente comunale, è stato clamorosamente smentito.

Infatti, le candidature che stanno prendendo corpo, la presentazione di liste variegate ed il preannunciato il ritorno dei festiani, che aspettano dal Tribunale del riesame che venga rimesso in libertà il loro leader (lunedì il verdetto da Napoli), confermano, al di là di ogni preoccupazione, la voglia matta di conquistare un posto nel civico consesso, per gestire potere spicciolo e qualche incarico di valore.
Nemmeno un Comune disastrato, un capoluogo che nonostante i dispendiosi eventi del recente passato ha perso da tempo il ruolo di prestigio di capitale dell’Irpinia, ha indotto a più miti consigli quanti già hanno sottoscritto la loro partecipazione a liste di tendenze composite.
Negli ultimi giorni, come s’apprende dalle cronache giornalistiche, è tutto un pullulare di schieramenti: alcuni, vedi il centrodestra, si sono sdoppiati bissando anche i candidati alla fascia tricolore, con Modestino Iandoli indicato da FdI, senza però il sostegno degli alleati di governo, divisi intorno al nome del volto di Raitre, Rino Genovese, seppur sotto vesti civiche, grazie all’intercessione del consigliere regionale Livio Petitto e del forzista Angelo Antonio D’Agostino, in corsa per le Europee.
Ma non finisce qui, la sfasciata coalizione di centrodestra potrà contare anche su Gennaro Romei, candidato dell’Udc, e forse Dino Preziosi, mentre i seguaci del sindaco uscente sono pronti da tempo all’agone elettorale con alcune liste tra cui Davvero, invenzione autentica del primo cittadino uscente, che al momento però non hanno ancora indicato il proprio candidato sindaco. Tuttavia, si registra pure qui una separazione annunciata, con l’ex vicesindaca Nargi che si è messa in proprio e così le liste in suo appoggio.
Meno caotica, almeno all’apparenza, la situazione del centrosinistra, confluito compatto, dopo qualche clamoroso dissapore, nelle formazioni del “campo largo”, più qualche associazione civica, come Controvento e la riabilitata App, a tenere insieme la nuova alleanza fra Pd, M5S e Sinistra Italiana. Eppure, anche nel campo largo, si sono registrate polemiche e prese di posizioni non in linea con l’unità di intenti: il nome di Antonio Gengaro, il primo ad aver cominciato la campagna elettorale, non è risultato immediatamente gradito ai gerenti del partito di Via Tagliamento ed ai consiglieri dell’opposizione, che inizialmente l’hanno boicottato. Infine, a sinistra del centro-sinistra, dobbiamo ricordare la presenza della lista antagonista di Unione popolare, Potere del popolo e Rifondazione comunista, che punta su Aldo D’Andrea.
Il numero degli aspiranti sindaci e consiglieri è dato in aumento nelle prossime ore, fino alla chiusura della presentazione delle liste.
L’ambizione è generalizzata, sebbene non sembri indirizzata al bene comune ma solo al benessere personale.
Tuttavia, non è possibile rimanere indifferenti rispetto all’ inchiesta giudiziaria che ha travolto l’amministrazione uscente, spazzandola via e portandola allo scioglimento anticipato con commissariamento annesso.
Tante le questioni ancora in sospeso, con la sede municipale destinata agli uffici che è stata parzialmente snaturata dopo la concessione fatta all’Università di Salerno per ospitare un paio di facoltà, in attesa del paventato trasferimento a Palazzo de Peruta. Senza poi contare i problemi atavici del traffico incontrollato, del tunnel che non si apre e della metropolitana leggera sempre più eterea, il monumento identitario della Dogana cantierizzato sine die, con grave ritardo nei lavori. Che dire inoltre della spinosa questione dell’assegnazione delle case popolari, mai trasparente e soddisfacente negli esiti. Il bisogno di personale che, con i concorsi truccati, non viene risolto.
Eppure, di fronte alla miriade di criticità che Avellino oggi mostra – l’elenco sopra descritto è sicuramente incompleto -, in vista dell’appuntamento con le urne d’inizio giugno, emerge l’intensa attività di quanti puntano ad un posto a Palazzo di città.
di Toro Magazine Avellinese







