Atripalda, 10 agosto 2024 – È passato ormai più di un anno dall’inizio dei lavori al Ponte delle Filande, un’infrastruttura che, fin dalla sua progettazione, ha rappresentato per la comunità di Atripalda una promessa di miglioramento e sicurezza. Tuttavia, come spesso accade in questa parte d’Italia, quella promessa sembra essere stata sepolta sotto strati di ritardi, polemiche e interrogativi senza risposta.
I lavori, avviati a luglio del 2023 con l’entusiasmo di chi credeva di vedere la fine del cantiere entro marzo di quest’anno, hanno subito un diluvio di ostacoli: dalle attese per il materiale ai temporali che hanno colpito la zona, costringendo ad una prima proroga dei lavori fino a maggio 2024. Ma maggio è passato, e con esso anche le promesse di un completamento prima dell’estate, ora spostato a un incerto “dopo l’estate”.
L’attesa non è l’unica cosa che sta logorando gli animi degli atripaldesi.
La data di fine lavori si avvicina e, nonostante il varo del 27 giugno abbia finalmente svelato la forma definitiva del ponte, dubbi inquietanti cominciano a serpeggiare tra i cittadini e i commercianti che vivono e lavorano nelle vicinanze. È dritto il ponte? È in asse con la strada originale?
Le paure non sono solo frutto di fantasie o dicerie. La preoccupazione più grande è che il ponte non rispetti l’allineamento della strada, obbligando ingegneri e operai a creare una piccola ma insidiosa curva per collegarlo a via Spineta/Pianodardine. Una curva che in questa parte dell’Italia già funestata da infrastrutture improvvisate e rattoppate, potrebbe trasformarsi nell’ennesimo simbolo di cattiva gestione pubblica.
Un’altra ombra si allunga sulla carreggiata del nuovo ponte di Atripalda
Chi osserva da vicino la struttura, ormai quasi completa, non può fare a meno di notare che, sebbene sia stato finalmente previsto un marciapiede, la larghezza effettiva delle corsie sembra essere inferiore a quella originale. Un’apparenza che, se confermata, rappresenterebbe non solo una delusione, ma un rischio concreto per la sicurezza e la viabilità. E non sono solo i cittadini a nutrire questi timori. Parlare con alcuni addetti ai lavori rivela preoccupazioni simili. Alcuni ingegneri e operai esterni all’opera, pur mantenendo l’anonimato, non nascondono i propri dubbi sull’efficienza del progetto. La loro esperienza pratica, forgiata da anni di lavoro sui cantieri, stride, a quanto pare, con alcune decisioni tecniche.
Nel tentativo di fare chiarezza, abbiamo cercato di ottenere spiegazioni dalla Provincia, responsabile della supervisione dei lavori, ma le nostre telefonate sono rimaste senza risposta. Probabilmente a causa delle ferie estive. Tuttavia, siamo riusciti a contattare il direttore di cantiere, il geometra Luigi Rossi. Dalla telefonata è emerso che il posizionamento fuori asse del ponte sarebbe stato voluto deliberatamente per dare maggiore stabilità e distribuire meglio il peso della struttura. La carreggiata, ci rassicura Rossi, dovrebbe comunque rispettare i termini di legge. Ma per cercare di avere massima chiarezza e comprensione dell’intera opera abbiamo chiesto in via ufficiale una copia del progetto originale del ponte.
Cambiare l’assetto della strada e inserire una curva sarebbe quindi necessario ad assicurare stabilità e funzionalità ad un’opera che attendiamo da oltre un anno.
Staremo a vedere, alla fine dei lavori, se questi dubbi troveranno davvero una risposta concreta o se, ancora una volta, saremo costretti a convivere con l’ennesima opera imperfetta, simbolo di una traiettoria, forse, mai davvero giusta.